volata di Damiani Luca

Volata Iron Hill Criterium 2009 Pro

ricordi e vissuto

Ricordo lei sdraiata su un letto contornato di fiori, un profumo intenso che ancor adesso al pensiero ne percepiscol' odore forte che mi riempe. Tanta gente intorno che va e viene , e sale le scale ed entra a guardarla. Io così piccola che non capisco. Questo sarà l'ultimo e unico ricordo che ho di te Mamma.
Sai mamma , mi ricordo solo un giorno ,che piangevo tanto nel mio lettino, nessuno veniva a consolarmi, ero disperata. ho pianto tanto,ma tanto. Vicino al mio cuscino c'era il mio "ciuccio" ma non mi consolava. Io volevo che qualcuno venisse a prendermi in braccio ,mi sentivo sola in quella grande camera. Non ho il ricordo che Tu sia venuta a consolarmi . Chissà forse quei pianti disperati di me bimba , erano un inconsapevole sapere che non ti avrei più rivista

Venni accompagnata in un istituto dove c'erano altri bimbi della mia età. Ricordo ancora una grande camera , con tanti lettini, divisa da una parete  più bassa. Da un lato c'erano i bimbi più piccoli di me, considerando che io avevo si e no quattro anni , loro ne avranno avuto poco meno di me. La grande sete che avevo di notte e andando in bagno , con tutti quei mini lavandini , non usciva in nessuno un goccio d'acqua. Mi chiedevo perchè . Forse chiudevano la saracinesca . Le coperte che mi facevano portare , dalla guardaroba , alle camere. Le mie braccine dopo un po non reggevano il peso, ma tenevo duro perchè mi vergognavo a lamentarmi. Era bello il guardaroba . Tante donne , che non sapevo cosa facessero, e mucchi di stracci o panni , appoggiati ovunque , Un odore intenso di tessuto e bucato .  Al mattino aiutavamo i più piccoli a vestirsi ed allacciarli le scarpe.

Quello era un istituto per l'infanzia . Nell'anno dei sei anni ,venni spostata, nll'orfanotrofio di Morbegno . Qui capì che non era normale vivere negli istituti. La domenica ,funzionava l'oratorio,dove affluivano tante bambine . Queste venivano chiamate esterne ,mentre noi interne . Loro vivevano a casa con i propri genitori noi stavamo li con le suore. Ho cominciato a sentirmi diversa . La scuola non mi ha aiutato. All'interno del collegio c'era anche la scuola elementare, quindi per i primi anni non usci da li. La timidezza era sempre più forte, alla prima elementare ebbi molti problemi ad imparare . Spesso non parlavo .perchè mi vergognavo . La decisione  migliore dei docenti fu quella di inserirmi negli anni successivi in scuole speciali. Ero in una classe di 4 o 5 bambini . Guido era Down , Gino balbettava c'ero io e altri due non ricordo il problema . Guardavo i bimbi delle altri classe , tutte numerose. Cominciai a sentirmi diversa . Collegio, scuola speciale. Sicuramente pensavo che in me c'era qualcosa che non andava .

La domenica , durante l'orario dell'oratorio , veniva trasmesso un filmato dì intrattenimento . Le esterne alla fine tornavano a casa . Una sera lo feci anch'io. Passai dalla portineria, dove la suora che custodiva, non conosceva tutte noi interne . Sono uscita senza problemi . Non so come ricordassi la strada di casa , ma ci arrivai. Le porte non erano mai chiuse a chiave come adesso . Mio padre era dalla zia , che stava su un terrazzo comunicante . Ho aperto casa, ho aperto l'armadietto e il mio pensiero era di mangiarmi un cucchiaio di ovomaltina. . Devo aver fatto un po di rumore, mio padre è venuto di qua . Mi ha subito chiesto cosa ci facevo li e come ci ero arrivata . La mia risposta fu che le suore mi ci avevano mandato a casa . Fui riportata subito indietro .

Siamo  cinque fratelli, solo i due più grandi son stati a casa con papà.
Io in collegio, mio fratello Roberto ,andò a vivere con lo zio Angelo e sua moglie a Tartano . La sorellina più piccola , dove mia madre morì dandola alla luce , venne data in affidamento a una coppia senza figli. Qui si ruppero i legami che dei fratelli dovrebbero avere.  Andavo a casa solo al pranzo della domenica ,dopo la messa delle 10.-00 in parrocchia. All'uscita c'era mia sorella e le mie cugine che mi accompagnavano a casa. Rientravo in collegio all'inizio dell'apertura dell'oratorio.

In collegio le ragazze erano divise in gruppi.
le piccole, le medie e le grandi ..
Le piccole e le medie dormivano in unico dormitorio.Li nel camerone dormiva  anche una .suora A differenza il suo letto era circondato da una tenda , Le grandi invece dormivano su un  altro lato del collegio ,in camere di 3 o 4 letti. Io invidiavo le grandi. Volevo crescere subito per poterne fare parte. Le pulizie riguardava tutte, senza distinzione . La veranda ,dove stavamo nelle ore di ricreazione, veniva pulita con segatura bagnata con acqua , io mi offrivo spesso volontaria . Anche a pulire la chiesa di S. Antonio ,ne facevo parte. Quei banchi ,li ho spolverati all'infinito . Il divertimento era passare la cera in sacrestia. Ci facevano indossare ,calze di lana grossa e noi dovevano scivolare sul pavimento lucidandolo. Facevamo un lavoro divertendoci. la sacrestia specchiava tanto .Riordinare il refettorio ( cosi chiamava la sala dove si mangiava),era meno piacevole. Tutti quei piatti, e i pentoloni, non finivano mai.

Suor Pia e suor Eudilia, ci hanno insegnato a ricamare ,loro erano le nostre responsabili in più addette al guardaroba . Suor Tiburzia  ci ha insegnato a lavorare a maglia. Che tipo che era suor Tiburzia. Una donnina molto anziana , così la vedevo con i miei occhi . Era lei l'addetta alla chiesa . Suor Assunta era la portinaia , Cera la suora addetta alla cucina , che non ricordo il nome, c'era la superiora -

D'estate si lasciava il collegio e si andava a Cermeledo . Li c'era una struttura donata alle suore dalla famiglia Matinelli. Il primo giorno si pulivano tutte le scodelle e piatti con il cif o vim. Si sciacquavano alla fontana , che c'era all'esterno. Mi piaceva stare a Cermeledo. Quando si era in punizione, si doveva stare in cucina ad aiutare la cuoca . Qualche volta ci son finita anch'io. La mattina si andava spesso nei boschi a giocare, costruivamo i cappelli con le foglie. Andavamo anche a raccogliere funghi. Noi raccoglievamo tutto che rappresentava un fungo ,poi il custode della struttura ,li sceglieva . Riempivamo secchi di mirtilli,more e lamponi. Un anno le suore hanno riempito l'aia di oche. ma quante erano!!. Andavamo con le suore a darle da mangiare .

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